“La normativa è chiara e di semplice attuazione. Si usino le risorse del PNRR per una transizione digitale trasparente a tutela della scuola democratica.”
L’insieme delle norme che regolano la gestione dei dati di studenti e docenti (GDPR, R.E. 679/2016), l’acquisizione di programmi informatici nella Pubblica Amministrazione (CAD, D.L. 82/2005) e la tutela dei lavoratori rispetto all’abuso delle tecnologie di monitoraggio (statuto dei Lavoratori) è incompatibile con l’acquisizione delle piattaforme Google Workspace for Education e Microsoft 365 for Education, nonostante siano state ampiamente adottate da molte scuole italiane; tali adozioni si basavano su delle eccezioni alla norma.
Stupisce dunque la reazione tardiva dell’Associazione Nazionale Presidi alla campagna di MonitoraPA per il rispetto del regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) e del Codice dell’amministrazione digitale (CAD) nella quale ANP chiede al Ministero di “fare chiarezza” sul quadro normativo.
Al momento, infatti, l’unica soluzione in grado di tutelare il Titolare del Trattamento, ossia il Dirigente Scolastico, come confermato dalla nota ministeriale di questi giorni, è l’adozione di soluzioni basate su Software Libero. Ogni altra opzione lascia aperta la porta al rischio di una o più violazioni del diritto amministrativo, civile e/o penale.
Per questo motivo CUB SUR ha deciso di lanciare la campagna “libero insegnamento con libero software”, che si pone l’obiettivo di mobilitare i colleghi e le colleghe per richiamare le dirigenze al pieno rispetto delle normative, utilizzando l’abbondante dotazione che hanno ricevuto dal Piano Scuola 4.0 per garantire l’utilizzo di tecnologie compatibili con una transizione digitale trasparente a tutela della democrazia nella scuola. Non si tratta di una battaglia legalista, ma di un impegno per il futuro della nostra scuola, messo a rischio dalla continua violazione di tre leggi poste a difesa del bene comune.
Le basi dati che le nostre scuole stanno alimentando a favore di sistemi di decisione automatica o “Intelligenze Artificiali”, infatti, rappresentano un rischio ogni giorno maggiore non solo per la scuola, ma per la società più in generale.
Non parliamo qui degli scenari fantascientifici secondo i quali questi software dovrebbero sostituirci nel lavoro o addirittura come specie “dominante” sul pianeta, ma dell’esperienza concreta delle lavoratrici e dei lavoratori negli ultimi tre anni.
L’esempio più eclatante è stato l’algoritmo GPS, che ha fatto strage del diritto alla continuità didattica degli allievi più indifesi, aggiungendovi il costo della violazione dei diritti più elementari dei lavoratori. Ma nella logistica abbiamo conosciuto di peggio: le vicende dei rider delle piattaforme online sono storie degne del periodo schiavista, per non parlare dei sistemi di riconoscimento facciale utilizzati contro i soggetti in assoluto più fragili delle nostre società: i migranti.