Abolito il reddito di cittadinanza, più libertà ai padroni per i contratti a termine. Il governo abbandona i poveri e introduce la precarietà permanente in cambio di qualche spicciolo per i redditi bassi. Come si legge il governo ha puntato a smantellare il reddito di cittadinanza e a scrivere una serie di norme che aumentano la precarietà. Tra le novità anche lo sgravio contributivo del 4 % per i redditi fino a 35000 €, di cui poi circa un quarto sarà ripreso tramite la tassazione.
“Ai padroni e alle aziende invece viene concessa una serie di sgravi su assunzioni e altro. A loro non viene chiesto nulla, viene dato”, questo il commento della Cub – sede di Legnano – di cui riportiamo un’analisi punto per punto dei principali provvedimenti contenuti nel Decreto Lavoro
Pubblicato in gazzetta ufficiale il 4 maggio il Decreto Lavoro, su cui il governo aveva lavorato il primo maggio per una celere approvazione, un bel regalo ai lavoratori…
Questo decreto punta a risparmiare circa 4 Miliardi € all’anno sul reddito di cittadinanza, ossia sui poveri, fondi poi da utilizzare per lo sgravio contributivo sui redditi bassi. Indecente!
Se alla liberalizzazione dei contratti a termine aggiungiamo la possibilità di sforare il limite dei 24 mesi per i contratti di somministrazione è evidente che il governo punta alla precarietà dilagante sulla quale siamo fermamente contrari. Di precarietà ce n’è già troppa, andrebbe ridotta creando lavoro vero con investimenti per risolvere le nostre storiche emergenze.
La costituzione dice che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, per il governo invece è fondata sul precariato e sul rifiuto di assistere i più deboli.
Bene lo sgravio contributivo del 4% ma non è tutto oro, perché una parte viene mangiata dalle tasse. In presenza di un’inflazione del 10%, il recupero è comunque limitato fino a 35000 € e inesistente per gli altri. I padroni ringraziano perché non tirano fuori un centesimo, i profitti sono salvi e i contributi mancanti all’Inps saranno pagati da lavoratori e non, pensionati compresi, se tutto va bene altrimenti saranno ridotte le pensioni.
La Cub si batte per il lavoro stabile, per i contratti a tempo indeterminato e contro la povertà. Si batte poi per la difesa del potere d’acquisto di salari e pensioni, attraverso il ripristino di un meccanismo automatico di rivalutazione e per il salario minimo.
Riorganizzarsi per battersi contro le politiche del governo diventa sempre più urgente.
Reddito di cittadinanza: dal 2024 sarà abolito e sostituito dall’assegno d’inclusione
Sulla base dell’art. 237 della legge di bilancio, nell’anno 2023 il reddito è riconosciuto per un massimo di sette mensilità (ossia fino a luglio). Tale disposizione non si applica se nel nucleo familiare ci sono persone disabili, minorenni o con età superiore a 60 anni.
Art. 1-6 Assegno d’inclusione
Potranno richiederlo le famiglie in povertà assoluta al cui interno vi sia un minore o un anziano con almeno 60 anni di età o un disabile.
L’importo sarà di 480 € al mese (6000 € anno) che può arrivare a 630 euro (7560 € anno) se la famiglia è composta da over 67 o con disabili gravi, cui aggiungere 280 euro mensili se vivono in affitto.
Il nucleo familiare beneficiario sarà tenuto a sottoscrivere un patto di attivazione digitale e a presentarsi, con cadenza trimestrale, presso i patronati o i servizi sociali e i centri per l’impiego, al fine di aggiornare la propria posizione.
Chiunque fornisca dati falsi per ricevere l’assegno di inclusione, o non veritieri, incorre in sanzione penale. Lo stesso vale per coloro che non dichiarano variazioni di reddito o di patrimonio.
Il tetto Isee: 9360 €.
Reddito familiare: inferiore a 6000 € che può arrivare a 7560 euro se ci sono anziani con età superiore a 67 anni e disabili.
Durata: 18 mesi rinnovabile dopo un mese di sospensione per altri 12 mesi.
Requisito di cittadinanza: per gli stranieri scenderà da 10 a 5 anni.
La decorrenza sarà dal 1-1-2024.
Art. 9 Offerte di lavoro
Gli abili al lavoro tra 18 e 59 anni sono tenuti ad accettare una offerta di lavoro se ha le seguenti caratteristiche:
- Se il contratto è indeterminato non ci sono limiti sul territorio nazionale;
- Se si riferisce a un contratto a tempo pieno o part time non inferiore al 60%;
- Se la retribuzione non è inferiore ai minimi contrattuali;
- Se il contratto è a tempo determinato, anche in somministrazione se il luogo di lavoro non disti più di 80 chilometri dal domicilio;
- Per lavori fino a 6 mesi l’assegno sarà temporaneamente sospeso.
L’assegno di inclusione verrà perso dall’intero nucleo familiare se si rifiutata un’offerta di lavoro.
Art. 10 Incentivi per le aziende che assumeranno i lavoratori che prendono assegno di inclusione
Se verranno assunti a tempo indeterminato, lo sgravio sarà del 100% fino a 8.000 € annui, se l’assunzione è a termine lo sgravio sarà dimezzato (4.000 e annui).
Anche le agenzie private avranno un premio che va da 1200 a 2400 €.
Art. 12 Supporto per la formazione e il lavoro
Partirà dal 1 settembre 2023, data in cui la formazione con la partecipazione ai corsi diventa vincolante.
È utilizzabile da coloro che sono abili al lavoro e che hanno età compresa tra 18 e 59 anni con un valore dell’ISEE familiare fino a 6.000 € annui e che non hanno i requisiti per accedere all’Assegno di inclusione.
Per accedere devono avviare un percorso di ricerca con un centro per l’impiego.
Sarà di 350 euro e al massimo per 12 mesi, non rinnovabili.
“Come si deduce i lavoratori e le famiglie povere riceveranno una vera mazzata. La parte riguardante il supporto per la formazione è complicata da attuare e il valore economico è una miseria. A guadagnarci saranno le aziende che eventualmente assumeranno e le agenzie. Altro che combattere la povertà, succederà esattamente il contrario.”
Art. 14 Modifiche alla legge 81
In occasione delle visite di assunzione, il medico richiede al lavoratore la cartella sanitaria rilasciata dal precedente datore di lavoro e tiene conto del suo contenuto ai fini della formulazione del giudizio di idoneità.
Art. 17 Fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative
Al fine di riconoscere un sostegno economico ai familiari degli studenti delle scuole o istituti di istruzione di ogni ordine e grado, anche privati, comprese le strutture formative per i percorsi di istruzione e formazione professionale e le Università, deceduti a seguito di infortuni occorsi successivamente al 1 gennaio 2018, durante le attività formative, è istituito, presso il Ministero del lavoro delle politiche sociali, un Fondo specifico.
Art. 24 Contratti a termine
Viene modificato il decreto dignità che stabiliva la possibilità di fare contratti senza causale solo per 12 mesi. Con il nuovo decreto, oltre i 12 mesi e fino a 24 mesi ci
saranno nuove causali (finte!) quali:
- Nei casi previsti dai contratti collettivi
- Nei contratti aziendali, ed entro il 30-4-2024 per esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuati dalle parti;
- In sostituzione di altri lavoratori. Il decreto inoltre abolisce i vincoli posti alle aziende che non dovranno più consegnare documentazione all’atto della assunzione.
“Le tre finte causali in pratica consentono di prolungare sempre i contratti fino a 24 mesi senza nessun vincolo. Invece di dare stabilità al lavoro il governo punta alla precarietà permanente dando la possibilità alle aziende di aggirare le leggi fare quello che vogliono.”
Art. 25 Proroga contratti di espansione
Vengono prorogati fino al 31 dicembre 2023 per le aziende che hanno almeno 1000 dipendenti, per consentire la piena attuazione dei contratti stipulati entro il 31 dicembre 2022 e non ancora conclusi. (I contratti espansione prevedono, sulla base di accordi aziendali, che i lavoratori possono essere prepensionati fino a 5 anni prima del limite con oneri a carico totalmente all’azienda).
Art. 27 Incentivi all’occupazione giovanile
Per sostenere l’occupazione giovanile ai datori di lavoro privati è riconosciuto, a domanda, un incentivo per un periodo di 12 mesi, nella misura del 60 per cento della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali, per le nuove assunzioni, effettuate dal 1 giugno fino al 31 dicembre 2023 a condizione che:
a) alla data dell’assunzione non abbiano compiuto 30 anni di età;
b) non lavorano e non sono inseriti in corsi di studi o di formazione;
c) siano registrati al Programma Operativo Nazionale “Iniziativa Occupazione Giovani”.
Art. 30 Cig in deroga per eccezionali cause di crisi aziendale e ristrutturazione
Le aziende che si trovano in crisi o in riorganizzazione e che non siano riuscite a completare i piani nel 2022 possono utilizzare la cig fino al 31 dicembre 2023 al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e di competenze.
Art. 37 prestazioni occasionali nel settore turistico e termali
Sono consentite fino a 15000 € (prima era 10000 €) anno nei settori dei congressi, fiere, stabilimenti termali e parchi divertimento. Riguarda anche le aziende degli stessi settori fino a 25 lavoratori subordinati.
“Si tratta dell’estensione dei voucher in settori dove già straripa il lavoro irregolare.”
Art. 39 Esonero Contributivo
Per i periodi di paga dal 1 luglio al 31 dicembre 2023 ci sarà un esonero di 4 punti senza effetti sul rateo di 13°. Per i redditi fino a 25.000 € anno l’esonero passerà dal 3% al 7 %, mentre per i redditi fino a 35000 € l’esonero passerà dal 2% al 6%.
“La misura è comunque positiva perché mette qualche soldo nelle tasche dei lavoratori. Non si tratta però della riduzione del cuneo fiscale, come sbandierato, ma della riduzione dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori. Nel tempo questo potrebbe creare qualche problema all’Inps che vedrà aumentare il proprio deficit (anche se teoricamente lo Stato dovrebbe ripianarlo) che potrebbe essere scaricato sulle pensioni. Va aggiunto che questo esonero diminuisce in quanto si pagano poi le tasse perché aumenta l’imponibile fiscale. Infine è una misura al momento transitoria, si vedrà poi se verrà confermata nel 2024.”
Art. 40 Aumento del tetto dei fringe benefit detassati per i lavoratori dipendenti con figli a carico, fino a 3mila euro
Limitatamente al periodo d’imposta 2023 non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico, nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di euro 3.000.
Per tutti gli altri lavoratori senza figli a carico la soglia rimane 258,23 € “e questa è una netta disparità.”
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