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Diritto alla casa – manifestazione Milano 19 ottobre

Il Tribunale di Trento è di recente stato chiamato a decidere in merito allo sfratto di una famiglia che rischiava di trovarsi senza un tetto sopra la testa da un giorno all’altro. Il giudice ha di fatto rimandato l’udienza ll’8 novembre e nel contempo sollecitato il Comune e l’Amministrazione a provvedere al passaggio di casa in casa della famiglia, rispettando così quanto ratificato dall’Alto Commissariato per i diritti dell’uomo, un patto ratificato dall’Italia che è quindi chiamata a rispettarlo non andando contro quanto stabilito dalle Nazioni Unite

Silvia Paoluzzi, da poco segretaria nazionale Unione Inquilini, racconta come si sono svolti i fatti e quale sia la situazione reale in Italia, per centinaia di migliaia di famiglie che si trovano in condizioni di povertà e ogni giorno subiscono provvedimenti di questo tipo senza poter contare su una rete di protezione da parte delle istituzioni locali nè poter nemmeno più fare affidamento sul fondo destinato al ‘contributo sull’affitto’, una misura una tantum che l’attuale Governo ha cancellato, così come il Reddito di cittadinanza che prevedeva un contributo massimo di 280 euro proprio per il pagamento dell’affitto.

“In occasione del recente sfratto a Trento – spiega Silvia Paoluzzi – ci siamo rivolti direttamente all’Alto Commissariato dell’ONU per chiedere che venga rispettato questo diritto e il giudice ha preso in carico quanto stabilito dal patto ratificato anche dal nostro Paese, chiedendo al Comune e all’Amministrazione locale di farsi carico della situazione in attesa che si arrivi a udienza. Lo sfratto è stato nel frattempo sospeso e per la famiglia si cercano soluzioni adeguate, dando loro la garanzia di non restare letteralmente per strada. E’ corretto che il proprietario di casa si veda restituire l’appartamento ma non è pensabile che allo stesso tempo non sia predisposta una rete d’appoggio per le famiglie che subiscono uno sfratto esecutivo. 
Nel nostro Paese invece purtroppo vengono sfrattate senza aiuti di sorta migliaia di famiglie ogni anno – i dati del Ministero dell’Interno per il 2022 riportano 150 casi al giorno come questi – famiglie che spesso vengono divise con i relativi traumi e problemi che si possono immaginare nel caso di minori. Quella di Trento quindi è una sentenza che farà scuola e costituirà un precedente per l’Italia, che, lo ripeto, è chiamata a rispettare quanto sottoscritto, sarebbe infatti impensabile altrimenti la cancellazione e l’uscita da questo accordo che è riconosciuto a livello internazionale.
Oltreutto i dati anche per il prossimo anno non sono incoraggianti, con un +200% delle richieste di sentenze di sfratto a fronte di una situazione economica e sociale sempre più difficile, a causa di anni di pandemia, economia di guerra e situazioni di famiglie in povertà assoluta che crescono, con il 40% di queste che vivono in affitto.
 Quello che manca in Italia e che come Unione Inquilini chiediamo è la predisposizione di una seria e strutturata politica rivolta a risolvere l’emergenza abitativa con investimenti e progettualità per ripristinare e rinnovare il patrimonio abitativo pubblico. Ci sono infatti 50.000 alloggi inagibili che potrebbero invece servire per inziare a tamponare l’emergenza che vede oggi 650.000 famiglie in graduatoria da anni e che ancora non ricevono risposte concrete, nonostante quello che si sarebbe potuto fare ad esempio scegliendo di destinare una parte adeguata degli stanziamenti del PNRR a questa emergenza.”

Intervista a Silvia Paoluzzi – Radio blu, 11 ottobre 2023 (dal min. 11:50)

Manifestazione 19 ottobre a Milano (locandina immagine) – (Info e dettagli)

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