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Finanziaria e lavoratori Alitalia

Mentre Deputati e Senatori della maggioranza esultano per l’approvazione lampo della finanziaria per i lavoratori Alitalia e delle società in cui è stata frantumata la Compagnia di Bandiera italiana, non resta che continuare a rincorrerli per:

  • Sollecitare il ripristino dell’integrazione alla cigs nel 2023 fino all’80%, cancellando il taglio del 25% per gli ammortizzatori sociali percepiti (cigs+fondo), come stabilito dalla precedente Finanziaria;
  • Richiedere l’applicazione di criteri oggettivi (anzianità, carichi familiari, tutela delle fragilità) per le assunzioni in ITA dal bacino di Alitalia Sai in A.S., nonché un urgentissimo adeguamento salariale per chi è in servizio ed è retribuito con paghe sotto i minimi europei del settore;
  • Annullare la pretesa di Inps di recuperare gli ammortizzatori sociali percepiti dai lavoratori licenziati illegittimamente e reintegrati dopo anni dal giudice con un indennizzo di soli 12 mesi;
  • Definire il prolungamento degli ammortizzatori sociali per i lavoratori AZ, fino al 2025, termine ultimo dei piani di impresa di ITA, Swissport e Atitech;
  • Imporre la cessazione del dumping innescato dalla mancata applicazione del CCNL dell’Handling da parte di Swissport a Fiumicino e Linate, che ha acquisito le attività aeroportuali di Alitalia e, di fatto, impedisce il rinnovo del suddetto contratto, scaduto dal 2018;
  • Pubblicare il contratto di acquisto da parte di ITA degli assett di Alitalia Sai in A.S., finora segretato dal Mise, dal Mef, dai Commissari AZ e di cui i giudici “rinunciano” a richiedere la deposizione nelle cause avviate dal personale AZ per il mancato passaggio in ITA;
  • Rinunciare alla privatizzazione di quanto resta della Compagnia di Bandiera italiana, su cui si allungano gli appetiti di Lufthansa e non solo.

Sono, infatti, oltre 4500 i lavoratori AZ che dal 2023 subiranno un taglio del 25% degli ammortizzatori sociali che Inps continuerà a versare a titolo di cigs e integrazione del FdS del Trasporto Aereo, fino al 31.12.2023. Non serve una spesa stellare per lo Stato per impedire che per i lavoratori AZ, al danno di essere rimasti senza lavoro, si aggiunga la beffa di un drastico impoverimento del sostegno al reddito, come scritto nella Finanziaria approvata con l’avallo dell’ex-Ministro Orlando che ha accolto la proposta di Altavilla, innescando anche una pesante discriminazione tra i lavoratori del settore aereo-aeroportuale. Anzi a guardar bene nei mille rivoli della spesa pubblica, si può riuscire, a saldi invariati per lo Stato, a recuperare quanto serve per evitare di abbattere di ¼ gli ammortizzatori versati dall’Inps alle famiglie che affrontano l’aumento del costo della vita e l’inflazione a 2 cifre.
E’ urgente che il Governo intervenga per evitare che molti lavoratori del comparto aereo-aeroportuale (e non solo), si trovino a subire la richiesta di Inps che si restituiscano gli ammortizzatori sociali percepiti dopo un licenziamento illegittimo, annullato dal tribunale con un indennizzo di soli 12 mesi, che sta gettando nella disperazione intere famiglie. Diventa comunque urgente aprire il confronto con il Governo anche sulle altre questioni che continuano a pesare sull’esistenza di migliaia di lavoratori e sul futuro industriale del Paese.

Si invitano a partecipare anche le altre OO.SS. con cui abbiamo condiviso numerose iniziative: questa del 10.1.2023 sarà la prima del nuovo anno ma ne seguiranno altre che dovranno registrare la partecipazione di tutti coloro che intenderanno difendere il proprio futuro.

PRESIDIO AL MINISTERO DEL LAVORO – via Molise – Martedì 10 GENNAIO 2023 – ORE 9:30

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