È ora che tutte le aziende aeroportuali che non hanno provveduto al lavaggio dei DPI indennizzino i lavoratori in servizio e paghino gli arretrati.
Con una serie di ricorsi, alcuni già accolti fin dal primo grado di giudizio in Tribunale ma anche confermati in secondo grado dalla Corte di Appello di Milano, numerosi lavoratori assistiti e coordinati dalla Cub Trasporti hanno visto riconoscersi il diritto a un risarcimento per il tempo e le spese sostenute da anni perché costretti a doversi far carico del lavaggio degli indumenti protettivi DPI il cui onere grava invece, per legge, sui datori.
In queste sentenze che, come sapevamo, si riferiscono anche a principi peraltro già più volte ribaditi dalla Corte di Cassazione e, quindi, consolidati dalla giurisprudenza esistente, si quantifica il diritto al compenso mensile per ciascun addetto, nonché il danno subito da ogni lavoratore ricorrente, a fronte del fatto che le aziende che non hanno previsto il lavaggio dei DPI e/o un indennizzo per la mancata erogazione di tale obbligatorio servizio.
I giudici hanno sostanzialmente definito il diritto del personale destinatario dei DPI, a percepire la somma equivalente ad un’ora di straordinario a settimana.
Le sentenze, di conseguenza, hanno definito che il danno subito dai lavora ammonta a cifre davvero consistenti (…fino a diverse migliaia di euro!) per gli arretrati maturati, ovviamente diversificati per ciascun lavoratore, sulla base dell’l’anzianità di ciascuno e secondo i limiti della prescrizione che la cassazione definisce ormai almeno dal 2012 ad oggi.
I lavoratori dell’Handling, dopo 7 anni di assenza di qualsiasi adeguamento delle retribuzioni, hanno potuto ottenere solo 55 euro lordi al mese di aumento dal gennaio 2024 e solo circa 1000 euro in welfare come “una tantum”: cifre minimali e ridicole, vista l’inflazione che ha ripreso a galoppare (solo nel 2023 oltre l’8% e nel 2024 oltre il 5%) e retribuzioni che avevano nel frattempo perso, in valore reale ,tra i 200 e i 250 euro al mese, nonché maturato un “danno” nei 7 anni di mancato rinnovo, quantificabile in oltre 3000 euro (..mentre in altri settori, come la logistica, viene legittimamente rivendicata anche l’indennità di vacanza contrattuale da quelle stesse stesse sigle che nell’handling hanno firmato un rinnovo inqualificabile)!
In questa situazione ha ancora più senso pensare ad iniziative di lotta che, per quanto già da tempo come Cub Trasporti abbiamo organizzato e rilanciato, sono oggi più necessarie che mai, consentendo il raggiungimento del riequilibrio delle retribuzioni perdute.
Come Cub Trasporti quindi, mentre sosteniamo le lotte per ottenere miglioramenti retributivi integrativi a livello aziendale, intendiamo rilanciare anche questa vertenza del “lavaggio dei DPI” presso tutte le aziende aeroportuali rendendoci disponibili con tutti i lavoratori, che operano con dispositivi protettivi individuali (DPI), l’assistenza sindacale e l’ausilio del necessario servizio legale.
A tale proposito la Cub Trasporti ha preparato un testo da indirizzare ad ogni società di handling su cui raccogliere le firme dei lavoratori dipendenti che hanno il diritto al lavaggio dei DPI: un atto propedeutico poi ad impugnare il mancato lavaggio e la mancata erogazione per anni di alcun indennizzo (vedi riquadro).
Consapevoli della probabilità che aziende a sindacati confederali, come già fatto in alcune società e come è successo con il rinnovo del CCNL, cercheranno di vanificare questa vertenza con accordi al ribasso e con la proposta ai lavoratori di sottoscrivere verbali a perdere e tombali che potranno pregiudicare il diritto al complessivo recupero degli arretrati
INVITIAMO UTTI I LAVORATORI ALLA MASSIMA UNITÀ E PARTECIPAZIONE