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Il ruolo della Pubblica Istruzione

Da un Ministro dell’Istruzione e, per non farsi mancare nulla, del Merito avremmo diritto di attenderci misure e proposte per quel che riguarda l’inadeguatezza delle risorse per la scuola, il contratto del personale scaduto da anni e tutto ciò che comporta questa situazione.

Ma Giuseppe Valditara è uno storico, non sta a noi giudicarne le competenze nella disciplina che pretende di praticare, e ritiene opportuno dedicarsi a spiegare agli studenti pregi e difetti del comunismo e della liberaldemocrazia e, soprattutto, il fallimento definitivo dell’’utopia rivoluzionaria’.

A ben vedere quanto scrive è un esempio non di riflessione di carattere storico ma casomai di un tentativo, per la verità un po’ avventuroso, di fare della filosofia della storia che propone la liberaldemocrazia come modello ideale, perfetto in quanto imperfetto.

Egli la definisce, infatti: ‘Un ordine politico e sociale imperfetto, pieno com’è di contraddizioni, bisognoso ogni giorno di essere reinventato e ricostruito. E tuttavia, l’unico ordine politico e sociale che possa dare ragionevoli garanzie che umanità, giustizia, libertà, verità non siano mai subordinate ad alcun altro scopo, sia esso nobile o ignobile.’

Ora è ragionevole, per usare un termine caro al Ministro, rilevare che le potenze ‘liberaldemocratiche’ hanno, solo negli ultimi decenni, condotto una serie impressionante di guerre, sostenuto regimi e movimenti autoritari, favorito colpi di stato e cioè comportamenti che definire ‘contraddizioni’ è suggestivo ma obiettivamente ridicolo. Infortuni che capitano a chi confonde una formazione storico sociale, il cui studio è compito della storia, con l’ideologia di cui questa formazione si ammanta.

D’altro canto il Ministro non ritiene, e anche ciò è interessante, di spendere una parola sulla corrente politica alla quale è vicino e cioè il fascismo e, di conseguenza, il razzismo che pure, vista la rilevanza che ha avuto, e che ha, nella storia nazionale ed europea pure una qualche attenzione l’avrebbe meritata.

Non ci sembra però il caso di dilungarci sulle simpatie e antipatie del Ministro crediamo serva una riflessione propriamente storica più seria che gli insegnanti e gli studenti sono perfettamente in grado di sviluppare nella normale attività didattica.

Ci limitiamo a rilevare il comportamento assurdo di un Ministero (continuiamo a pensare dovrebbe essere quello della Pubblica Istruzione) che si dedica alla propaganda di parte e non concentra le sue energie sulle funzioni e questioni che gli sono proprie”.

Cub Scuola Università Ricerca – Torino

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