La Cub di Pisa partecipa al presidio che si terrà mercoledì 9 novembre alle 16 davanti al Tribunale di Pisa per il “reintegro” di Simone, delegato Worsp ingiustamente licenziato
È arrivato il momento del processo dopo l’impugnazione del licenziamento, da quando è stato cancellato il vecchio art. 18 dello Statuto dei lavoratori il licenziamento disciplinare è diventato lo strumento privilegiato con il quale allontanare lavoratori scomodi e combattivi, infatti nella stragrande maggioranza dei casi se viene accertata la colpevolezza del dipendente spetta al licenziato solo qualche mese di indennizzo. Sono veramente pochi i casi nei quali scatta invece la reintegra quando il giudice accerti l’inesistenza del fatto attribuito al lavoratore. I datori di lavoro hanno sempre più potere, questo è il risultato di anni di politiche del sacrificio che hanno indebolito il potere di acquisto e di contrattazione alimentando obblighi di fedeltà e codici di comportamento aziendali finalizzati a impaurire la forza lavoro, a farla desistere dall’avanzare rivendicazioni salariali, contrattuali…
Ci auguriamo che nel caso di Simone, il Giudice possa deciderne il reintegro ma resta incontrovertibile una realtà da tempo taciuta: il sistema degli appalti è lo strumento migliore per abbassare il costo del lavoro e anche la committenza pubblica non vigila per la salvaguardia dei diritti di questi lavoratori che restano figli di un “dio minore”, schiacciati da logiche privatizzatrici e da norme sul lavoro sempre più inique tra codici disciplinari e un’infinità di obblighi costruiti ad arte per il loro sfruttamento.
CUB PISA
Di seguito il comunicato a firma del comitato per il reintegro di Simone:
“Mercoledì 9 novembre si terrà la prima udienza del processo per il reintegro di Simone, il lavoratore e delegato Worsp ingiustamente licenziato. In questi mesi abbiamo più volte denunciato la illegittimità di questo licenziamento ‘disciplinare’, dietro al quale si celano ben altre ragioni ossia la volontà aziendale di liberarsi di un lavoratore scomodo che aveva portato avanti vertenze a tutela della salute e sicurezza dei colleghi, per l’applicazione di un equo contratto nella sua azienda. In questi mesi molti lavoratori della Worsp hanno rassegnato le dimissioni, il clima in cui si lavora è insostenibile come in molte altre aziende, dove la forza lavoro vive in un clima da caserma con orari impossibili e un codice etico o di comportamento che all’occorrenza può essere utilizzato come un’arma micidiale contro semplici richieste (vincoli di fedeltà aziendale). È una situazione sempre più diffusa da quando è stato smantellato il vecchio articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, per sostituire il reintegro con un irrisorio risarcimento monetario: da allora i licenziamenti sono aumentati e il potere contrattuale è sceso ai minimi termini. Ma non saranno paura e rassegnazione che il padronato ha costruito ad arte a tacitarci, la vicenda di Simone ricorda che nella nostra città la committenza pubblica o privata è quasi sempre silente davanti al deterioramento delle condizioni di vita e di lavoro negli appalti, non esistono controlli reali a tutela anche di elementari diritti della forza lavoro e per questi motivi sosteniamo ogni lavoratore e si lotterà per la loro difesa e il loro sviluppo.
Il giorno 9 novembre ci ritroveremo a partire dalle ore 16 davanti al Tribunale di Pisa in piazza della Repubblica 5, per una conferenza stampa e a seguire un presidio di sostegno a Simone e a tutti i lavoratori colpiti dalla repressione aziendale, in particolare quelli degli appalti (pubblici e privati) che vivono condizioni impossibili tra bassi salari, clima intimidatorio e storie di ordinaria repressione.
Invitiamo alla massima partecipazione possibile la stampa, sindacati e partiti, delegazioni di lavoratori e RSU, i cittadini di Pisa che hanno a cuore questi temi”.
Il comitato per il reintegro di Simone