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Manifestazione Cub Trasporti a Roma, 3 maggio 2023

Mercoledì 3 maggio a Roma, sotto la sede del Ministero del Lavoro, si sono riuniti ancora una volta i lavoratori Alitalia e i sindacati Cub Trasporti e USB, insieme per ribadire le richieste che da mesi e mesi vengono portate all’attenzione del Governo, ancora fermo o quasi nel prendere in mano la situazione che riguarda l’ormai ex compagnia di bandiera del trasporto aereo, il passaggio da Alitalia a Ita, gli investimenti da parte di compagnie straniere, Lufthansa in primis, e in generale le gravi condizioni in cui si trovano migliaia di lavoratori licenziati, in cassa integrazione o reintegrati ma vessati dalle assurde richieste da parte di Inps sulla restituzione di quanto percepito sotto forma di ammortizzatori sociali negli anni

È evidente che dietro al dossier Alitalia, alle manovre per il passaggio alla compagnia Ita Airways e in generale alla gestione di lavoratori di aria e di terra, ci siano molti e più elementi in gioco che la Cub con gli altri sindacati e associazioni di categoria ha costantemente provato a far emergere nell’interesse della trasparenza e della salvaguardia dei lavoratori, tenuti per anni in condizioni di incertezza e precarietà, non rispettati nei loro diritti più basilari – uno su tutti la corresponsione di mesi di cassa integrazione – e tenuti pressoché all’oscuro rispetto ai piani di investimento e industriali riguardo a un settore che per un Paese come il nostro dovrebbe essere uno dei più incentivati e qualificati.

Antonio Amoroso, segretario nazionale Cub Trasporti, era anche ieri in prima fila a spiegare quelle che sono le richieste di migliaia di lavoratori e delle famiglie che da loro dipendono: un intervento urgente per il rinnovo dei contratti scaduti – dal 2017 i lavoratori del settore handling attendono il rinnovo del CCNL – la questione salariale che sta strangolando la categoria, lo stop all’abuso di precarietà da parte delle aziende seppur in presenza di un progressivo e crescente aumento del traffico aereo dopo anni di crisi a causa della pandemia. Soprattutto sarebbe doveroso che il Governo facesse chiarezza sulle reali intenzioni rispetto all’implementazione e alla riorganizzazione di un settore cruciale come quello del trasporto aereo, dopo mesi di incertezze rispetto alle proposte delle varie cordate di investitori che si sono fatti avanti rispetto al ghiotto pacchetto rappresentato dalla flotta e dagli slot ex Alitalia ora sul mercato.
Si parla infatti di occupazione, di nuovi posti di lavoro e investimenti ma al momento la realtà racconta di una copertura della cassa integrazione prorogata per soli sei mesi – e non fino al termine della ristrutturazione industriale promessa – di un taglio dell’integrazione del Fondo Speciale Trasporto Aereo – che ha escluso un’intera fetta di lavoratori per scelte mai chiarite da parte dell’ad di Ita Altavilla e avallate dall’allora ministro Orlando – di un decreto emanato dal Governo il 1 maggio che disconosce il diritto a un lavoro non precario, che sulla fiscalità strizza l’occhio ai soliti noti, che toglie risorse a una misura di salvaguardia sociale come il Reddito di Cittadinanza, tra l’altro in un momento storico in cui la povertà dilaga, e che appoggia scelte in favore dell’apertura a nuove schiere di giovani lavoratori mal pagati e precarizzati anziché garantire loro condizioni dignitose e che, in riferimento al settore aereo e di Alitalia in particolare, non si cura del reinserimento di migliaia di lavoratori qualificati e formati che preferisce lasciare ai margini in attesa, forse almeno fino alle prossime elezioni europee, del benservito finale.

 Guarda il video di Ansa-Economia, 3 maggio 2023

CUB TRASPORTI INFORMA-Resoconto della giornata di presidio a Roma, mercoledì 3 maggio

Ieri l’ennesima manifestazione dei lavoratori Alitalia si è svolta davanti alla sede del Ministero del Lavoro di via Veneto. Le questioni da porre sempre le stesse delle precedenti iniziative, aggravate dal perdurare di criticità che non vengono affrontate e risolte. Quelle più generali riguardano l’intero comparto, in pieno rilancio dopo la breve crisi della pandemia ma i cui lavoratori restano strangolati dalla precarietà e afflitti da una questione salariale determinata sia dai ritardi del rinnovo del CCNL dell’handling, scaduto da oltre 7 anni, sia dalla piaga del lavoro povero, nonché dai licenziamenti e dalla frammentazione della filiera produttiva: questioni che saranno poste ancora una volta dallo Sciopero Nazionale del 19.5.2023.

Al centro delle questioni poste dal presidio di ieri c’è stata la situazione dei lavoratori Alitalia e le loro rivendicazioni:
-Necessità della puntualità nei pagamenti della cigs e del Fondo di Solidarietà del Trasporto Aereo (FdS del T.A.);
-Ripristino dell’integrazione del FdS del T.A. per consentire di raggiungere l’80% anziché il 60% della retribuzione percepita prima della sospensione;
-Visibilità sul futuro di ITA e sui programmi di assunzione, nonché trasparenza sui criteri di assunzione;
-Superamento della norma sulla restituzione degli ammortizzatori sociali per i lavoratori reintegrati dopo un illegittimo licenziamento.

Una delegazione di lavoratori è stata ricevuta dal Dott. Sabatini e dal Dott. Onelli del Gabinetto del Ministro del Lavoro
Sulla questione dei ritardi di versamento della cigs i rappresentanti del Ministero hanno riferito che sono state diverse le problematiche determinate dagli errori di trasmissione dei flussi da parte della Amministrazione Straordinaria AZ Sai ma che, se non si dovessero verificare ulteriori intoppi, verso la metà di maggio sarà versata l’indennità di cassintegrazione relativa al mese di febbraio 2023. La mancata erogazione della cigs del mese di gennaio 2023 e quella di marzo, dovrebbero essere sanate a seguire, a partire dal mese di giugno.
In merito agli attesi versamenti delle integrazioni del FdS del T.A. al 60%, come previsto dall’art.1, commi 131 e 132 della L.234 del 2021 (Legge di Bilancio 2022) si prevede il versamento delle integrazioni alla cigs del mese di febbraio 2023 per la fine di maggio 2023. A seguire, in corrispondenza dei versamenti della cigs dei mesi di gennaio e marzo, seguiranno i relativi versamenti del FdS del T.A., sempre che non dovessero sorgere ulteriori problematiche innescate da errori o quant’altro.
Se è vero che la delegazione del Ministero ha confermato il probabile allungamento di 6 mesi della cigs per i lavoratori AZ, come previsto dal Decreto Lavoro del 1 maggio u.s., al vaglio della Ragioneria Generale dello Stato, sulla questione del superamento della norma suddetta, richiesta da Altavilla e effettuata dall’ex-Ministro Orlando, che ha imposto per i lavoratori rimasti alle dipendenze di AZ Sai in A.S. il taglio del 25% degli ammortizzatori sociali complessivamente percepiti, è emerso un preoccupante stallo.
A detta dei rappresentanti del Ministero del Lavoro l’integrazione del FdS del T.A. dal 60% all’80% sarà effettuata solo dopo una valutazione dell’ordine di spesa della prestazione per l’anno 2023 e solo se l’eventuale aumento della integrazione all’80% consentirà di restare nei limiti di spesa previsti dalla Legge di Bilancio 2022, ovvero 99,9 mln di Euro. Analogo ragionamento per i 6 mesi del 2024 con il limite posto nel Decreto Lavoro, ovvero 66,1 mln di euro.
Al momento, pertanto, scomparirebbe l’ipotesi di un decreto interministeriale che possa utilizzare per le prestazioni del FdS del T.A. per l’anno 2023 i prospettati risparmi di spesa del 2022, come invece paventato sia dal Sottosegretario Durigon, sia dalla Direttrice Generale degli ammortizzatori sociali dell’Inps ma anche dallo stesso Gabinetto del Ministro del Lavoro: un dietro-front che tenta di cancellare il percorso finora fatto, per segnare un ripensamento inaccettabile da parte del Governo.
I rappresentanti del Ministero del Lavoro hanno affermato che una possibile valutazione dell’ordine di spesa che il FdS del T.A. dovrà sostenere e, quindi, della possibilità di integrare all’80% la prestazione integrativa, restando comunque nel limite di spesa suddetto, potrà essere fatta, solo dopo che saranno calcolate e versate le prestazioni integrative alla cigs per i primi 2 o 3 mesi del 2023, ancora in ritardo a causa di inspiegabili errori dell’A.S. AZ Sai e di lungaggini burocratiche.
Altro che la imminente soluzione e rapido ripristino dell’80%, promesso nei comunicati di CgilCislUilUgl che come sempre restano in finestra a guardare cosa succede ai lavoratori lasciati in balia delle scorribande datoriali e dei governi.
D’altra parte un segnale tangibile della scelta del Governo di non mettere mano alla norma che ha tagliato la prestazione complessiva degli ammortizzatori sociali per i lavoratori AZ è emersa anche dall’intervento di modifica predisposto dal Decreto Lavoro: se è vero che ha allungato di soli 6 mesi la durata degli ammortizzatori sociali per i lavoratori AZ (…giusto il tempo di “superare” le elezioni Europee?), contrariamente alla nostra richiesta di sostenere il reddito dei lavoratori AZ fino alla chiusura del Piano di riassunzioni in ITA, Swissport e Atitech, è altrettanto chiaro che ha confermato quanto previsto nella stessa norma per quanto riguarda l’abbattimento dall’80% al 60% della integrazione stessa.
Se è vero che le ventilate assunzioni da parte di ITA stanno segnando un preoccupante rallentamento in relazione all’esito della vendita a LH e che si determina una incertezza sull’auspicato alleggerimento della spesa per gli ammortizzatori sociali per gli ex-AZ, è altrettanto vero che si conferma anche per questo Governo, come per il precedente, la volontà di abbattere la prestazione degli ammortizzatori sociali, anche in considerazione che i salari in ITA per i nuovi assunti resteranno al palo, con tagli del 40% rispetto a quelli di Alitalia.

Resta evidente che ieri sul tema del ripristino della prestazione del FdS del T.A. si è segnato un pericoloso passo indietro da parte del Governo che impone a tutti i lavoratori una riflessione su quanto sta accadendo e su come si deve reagire TUTTI INSIEME ad una situazione che penalizza il futuro di migliaia di famiglie.

Sui temi della trasparenza delle assunzioni e sui programmi occupazionali di ITA i rappresentanti del Ministero del Lavoro si sono dichiarati “incompetenti”, rimandando la trattazione ai ministeri “competenti” sulla materia: Mef, azionista di ITA e Mise, presso cui si aprirà un tavolo di crisi dedicato ad Alitalia (…tempestive le nostre istituzioni!) in cui si cercherà di mettere a confronto sia i diversi ministeri che ITA ed i Commissari AZ (…un tavolo non si nega mai a nessuno e spesso diventa lo strumento in cui diluire le questioni fino allo sfinimento!).
Per quanto riguarda la questione della restituzione degli ammortizzatori sociali da parte dei lavoratori reintegrati dopo un licenziamento illegittimo, i rappresentanti del Ministero del Lavoro hanno preso atto della notizia e del contenuto della proposta formulata da Inps, peraltro esprimendo alcune perplessità.
Resta comunque che anche su questa materia, pur condividendo la delicatezza della situazione e le criticità determinatesi dopo la Riforma Fornero, hanno confermato l’intenzione del Ministero del Lavoro di affrontare la questione ma senza dare certezza della tempistica, né sull’indirizzo dell’intervento che, nelle condizioni date, penalizza i lavoratori già colpiti da illegittimo licenziamento.
È del tutto evidente che nelle condizioni date, diventa urgente un confronto con i lavoratori e la preparazione di iniziative per imporre all’agenda delle istituzioni una soluzione che non può essere certo la prospettazione di tagli agli ammortizzatori, incertezza sulle assunzioni e mancanza di trasparenza sui criteri, pretese di restituzione degli ammortizzatori percepiti dai lavoratori reintegrati, ritardi sulla erogazione degli ammortizzatori sociali.

A breve la Cub Trasporti, auspicabilmente insieme ad Usb e Navaid, con cui è stato costruito un percorso di iniziative da oltre 1 anno su tali questioni, indirà un’assemblea e proporrà un’agenda di iniziative congiunte che dovranno vedere un allargamento della partecipazione e una rinnovata determinazione da parte dei lavoratori a tutelare il loro futuro.

CESSIONE RAMO D’AZIENDA DI ALITALIA A ITA: SI INCRINA IL MURO DI OMERTÀ: FINALMENTE I LEGALI DELLA CUB TRASPORTI HANNO AVUTO NOTIZIA DEI CONTENUTI DEL CONTRATTO AZ-ITA.
A nulla erano valse le varie richieste di accesso agli atti che la Cub Trasporti aveva trasmesso a Mef, Mise, Commissari AZ e Tribunale Fallimentare di Civitavecchia, ITA, Enac, Assoclearance, per acquisire gli atti di cessione delle attività da Alitalia a ITA, nonché gli accordi negoziati tra le due società:

  • il Ministero dell’Economia e delle Finanze, azionista unico di ITA, ha risposto il 9.3.2022 di non avere i contratti e gli accordi richiesti, riferendo che “trattasi di atti negoziali inerenti una transazione commerciale intercorsa direttamente tra le due società, senza il coinvolgimento dell’azionista”;
  • il Ministero dello Sviluppo Economico, organismo istituzionale di vigilanza sulla procedura ad esso attribuita dal d.lgs. 270/1999, ha riscontrato il 25.2.2022 che la documentazione richiesta “non risulta essere detenuta” dal Ministero suddetto.
  • I Commissari AZ, hanno riscontrato il 28.3.2022 che Alitalia – SAI S.p.A. in Amministrazione Straordinaria ravvisava “motivi ostativi all’accoglimento della suindicata richiesta” e dopo aver ripercorso l’iter della regolamentazione normativa sulla vendita degli asset AZ ha replicato che nella domanda di accesso agli atti non sarebbe stata “argomentata in modo puntuale e specifico, la rilevanza diretta della documentazione richiesta con la tutela degli asseriti interessi degli istanti”. Invece, il Giudice Delegato del Tribunale Fallimentare di Civitavecchia non ha riscontrato nulla.
  • ITA, il 1.4.2022, facendo riscontrare dall’Avv. M. Marazza il diniego alla richiesta trasmessa, aggiunse che la compagnia non era “soggetta ad obblighi di trasparenza e pubblicazione documentale” essendo una società che agiva in regime privatistico.
  • Enac alla richiesta di acquisizione dei manuali tecnici di Alitalia Sai in A.S. e ITA, formulata con l’intento al fine di dimostrarne l’identicità, l’11.3.2022 si è opposta dichiarandoli “coperti da elevato grado di riservatezza poiché descrivono procedure e modalità di gestione di diverse attività operative delle operazioni di volo e correlati servizi di trasporto aereo, per loro natura sensibili sotto il profilo della sicurezza e della safety”, forse dimenticando che erano tutti pubblicati sulla intranet delle due società e a disposizione di migliaia di lavoratori.
  • Assoclearance, il 23.3.2023, alla richiesta della documentazione del trasferimento degli slot aeroportuali da Alitalia a ITA per la stagione “IATA Summer 2021, IATA Winter 2021-2022 e IATA Summer 2022” ha replicato con “l’integrale rigetto dell’istanza di accesso”. Ha poi aggiunto che è ENAC “mediante comunicazione del 07/10/2021” che ha indicato gli slot da trasferire, fornendo un elemento che è stato oggetto di nuovo accesso agli atti indirizzato all’Ente Nazionale Aviazione Civile il 2.4.2023 che è in attesa di essere riscontrato.

ITA PENSA DI GODERE DELL’IMMUNITÀ E DELL’EXTRATERRITORIALITÀ: SBAGLIA!
Dopo la sentenza del Consiglio di Stato n. 860 del 25.1.2023 che ha stabilito per la nano-compagnia l’obbligo di trasparenza, ITA ha scelto di non riscontrare alcunché ad una nuova richiesta di accesso agli atti inoltrata il 27.2.2023 dalla Cub Trasporti, diversamente da quanto ha fatto il 22.3.2023 rispondendo ad un altro collega che ha proceduto autonomamente e, negandogli l’esibizione dei documenti richiesti, ha aggiunto: “…preme in questa sede ribadire con forza la non acquiescenza a quanto affermato dal Consiglio di Stato con la sentenza…il cui contenuto non viene minimamente condiviso”.

IL TRIBUNALE FALLIMENTARE DI CIVITAVECCHIA HA SECRETATO
I Commissari AZ invece, a fronte di una nuova istanza di accesso agli atti, presentata dalla Cub Trasporti dopo la pubblicazione della suddetta sentenza del Consiglio di Stato, il 16.3.2023 hanno riscontrato un nuovo diniego con le solite considerazioni ma aggiungendo che “la documentazione richiesta all’Alitalia SAI, riferibile al Programma di Cessione, è stata oggetto di secretazione da parte del Tribunale di Civitavecchia”.
La Cub Trasporti ha inoltrato il 22.4.2023 una nuova richiesta di accesso agli atti per acquisire le relazioni trimestrali dal 1.4.2021 al oggi, che i Commissari AZ, contrariamente da quanto fatto dal 31.12.2017 al 31.3.2021, non hanno più reso pubbliche, nonostante le previsioni della norma: è opportuno sapere come abbiano formalizzato la cessione delle attività da AZ a ITA (ramo d’azienda o di singoli beni?).

ANCHE L’ANAC È INTERVENUTA MA NULLA È CAMBIATO DOPO OLTRE 2 MESI
Sul rifiuto di ITA alla trasparenza, la Cub Trasporti ha investito anche l’Anac (…peraltro sollecitata anche in tema di anticorruzione!) che il 3.3.2023 ha riscontrato sostenendo “…l’Autorità ha attenzionato le criticità, per quanto di propria competenza, connesse alla omessa pubblicazione dei dati di cui al D. lgs. N.33/2013 da parte della società Italia Trasporto Aereo spa”. Ad oggi, però, ancora nulla è cambiato e ITA si ostina a non rendere pubblici alcuni atti, tra cui il contratto di cessione da Alitalia alla nano-compagnia.

SOLO 4 GIUDICI HANNO ORDINATO L’ESIBIZIONE DELL’ATTO DI VENDITA
Sono decine i giudici che, nelle cause avviate dai lavoratori sul riconoscimento del passaggio di ramo d’azienda e, quindi, sull’illegittimità della mancata assunzione in ITA a parità di condizioni, hanno respinto l’invito degli avvocati difensori dei lavoratori di ordinare alla nano-compagnia il deposito dell’atto di vendita.
Tale documento, importante per la definizione del giudizio sull’art.2112 del c.c., che in cause “normali” entra solitamente e senza problemi nel processo, è stato volutamente tenuto lontano dalle aule dei tribunali e non è stato possibile aggiungerlo alle copiose prove sulla continuità tra AZ e ITA.
Solo in 4 giudici hanno consentito che gli avvocati dei lavoratori potessero consultare tale atto mentre i più hanno fatto proprie le risibili tesi datoriali sulla segretezza industriale, negando di verificare cosa contenesse il documento: un atto di fede degli ermellini che lascia molti dubbi.

FINALMENTE IL SILENZIO SI È ROTTO: È PALESE LA CONTINUITÀ TRA ALITALIA E ITA
Come anticipato nell’articolo di Massimo Franchi su Il Manifesto del 21.4.2023, quanto contenuto nell’atto di vendita in blocco delle attività (…in barba alle indicazioni della UE!) non lascia spazi all’interpretazione. Alcuni esempi:

1)           Contenuto dell’atto di vendita: il venditore cede e trasferisce all’acquirente, che accetta e acquista, il complesso dei beni e rapporti giuridici funzionali a consentire l’avvio e gestione delle attività di volo di titolarità del Venditore.

2)           Ciò che è trasferito da AZ a ITA: 

  1. A) i contratti di leasing relativi agli aeromobili, gli slots e i diritti di traffico, i marchi, i nomi del dominio, i diritti di autore, le testate, i titoli e le rubriche, il know – how, il software, le banche dati e i sistemi informativi, i rapporti contrattuali con i terzi fornitori di beni o servizi e con compagnie aeree di navigazione e ulteriori elementi funzionali alle attività Aviation.
  2. B) l’acquirente subentra nei contratti di leasing aventi ad oggetto gli aeromobili concessi in leasing al Venditore e nei contratti con i terzi fornitori di beni o servizi e nei contratti con le compagnie aeree di navigazione, nonché le banche dati e i codici IATA ed altro ancora.
  3. C) Slots e diritti di traffico, i diritti di atterraggio e decollo utilizzati o meno…secondo una dotazione coerente con la dimensione iniziale della flotta di velivoli che saranno trasferiti all’acquirente per effetto del trasferimento dei contratti di leasing.
  4. D) la concessione in sublocazione da parte del venditore di aeromobili sostitutivi degli Aeromobili che non dovessero essere disponibili al termine inziale di efficacia in virtù delle attività manutentive operate relativamente ai velivoli della flotta

Tutto ciò rappresenta una conferma alle decine e decine elementi di prova depositati sulla incontrovertibile continuità di esercizio dell’azienda stessa.

IL RE È NUDO, La verità non potrà più restare fuori dalle aule dei tribunali e delle istituzioni: I LAVORATORI AZ HANNO DIRITTO DI TORNARE AL LAVORO ALLE STESSE CONDIZIONI.

Roma 3.5.2023 – CUB TRASPORTI

 

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