Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

Roma: Assemblea cittadina del sociale esternalizzato

Il lavoro sociale in appalto e accreditamento è in un momento di profonda crisi: paghe inadeguate, carichi di lavoro eccessivi, turn over altissimo, nessuna attenzione per la qualità del lavoro e dei servizi. Questo perché, innanzitutto, va detto che svolgiamo un lavoro pubblico (socio-educativo o socio-sanitario) ma esternalizzato, quindi regolato da contratti al ribasso e caratterizzato da una filiera di soggetti più attenti a non sforare i bilanci (i committenti pubblici) o a non perdere gli appalti (gli enti del terzo settore) che a garantire servizi di qualità per l’utenza, lo sviluppo di reti sociali e di cura durature sui territori, il benessere e la dignità di chi nei servizi lavora.

Il rinnovo del contratto nazionale delle cooperative sociali, atteso per più di quattro anni, non è riuscito minimamente ad invertire la tendenza: moltissimə stanno lasciando il settore, scoraggiatə dagli stipendi inadeguati, da strutturali problemi organizzativi, dalla carenza di personale, dalla sovrabbondanza delle ore frontali e la conseguente inconsistenza, anche retributiva, delle ore indirette (supervisione, formazione, équipe), dall’assenza di cura per la loro salute psicofisica (sappiamo bene come il burnout sia oramai la misura del lavoro nel settore), dall’abuso del part time involontario, senza peraltro nessun rispetto delle clausole elastiche, dalla banca ore applicata illegalmente in negativo. Queste, ma anche molte altre, sono le criticità che ci troviamo ad affrontare nei servizi nei quali lavoriamo. Questo è quello che ci spinge, a livello nazionale, a chiedere da tempo l’internalizzazione dei servizi.

Con il carovita e l’inflazione che avanzano, senza nessun adeguamento dei salari al costo della vita, né per contrattazione nazionale né aziendale, rischiamo di vivere al limite o sotto la soglia di povertà, noi come altri milioni di lavoratrici e lavoratori nel Paese, in molti altri settori di quello che viene definito “lavoro povero”.

L’unica strada per difendere noi stessə e il valore del nostro lavoro è quella di organizzarci e farci sentire. Gli enti del terzo settore non sono “grandi famiglie”, ma luoghi di lavoro dentro i quali ci si può organizzare sindacalmente e si può combattere per i propri diritti. Il prossimo 29 novembre è stato proclamato lo sciopero generale da moltissime sigle del sindacalismo di base. Un’occasione che vogliamo sfruttare qui a Roma anche per portare i problemi del nostro settore all’attenzione pubblica e degli attori principali della filiera del lavoro sociale e per contestare una manovra finanziaria che prevede tagli indiscriminati non solo a tutti i settori del welfare ma anche agli Enti Locali, con Roma Capitale che vedrà tagli per altri 22 milioni di euro. Tagli che influiranno senza dubbio anche sulla spesa per l’assistenza sociale ed educativa.

Invitiamo quindi tutti e tutte a partecipare all’assemblea pubblica di mercoledì 20 novembre, alle ore 19 in via dei Volsci 159, Esc Atelier autogestito.

Partecipa lotta e diffondi, un altro Sociale è possibile!

CLAP COBAS Lavoro Privato CUB

CUB © 2022. Tutti i diritti riservati.