Quando l’azienda ti spinge a metterti in ferie per coprire la sua disorganizzazione… non ti passa per la testa che non sia giusto? A noi si! E i giudici ci hanno dato conferma. Facciamo sentire la nostra voce: Venerdì 29 novembre 2024 sciopero e presidio davanti al palazzo del Governo – P.zza Saffi – dalle 10,00 alle 12,00
In ASL 2 savonese è ormai prassi consolidata quella di “chiedere” ai lavoratori di utilizzare le proprie ferie, o permessi, per giustificare giornate di lavoro che in realtà sono a carico del datore di lavoro.
Alcuni esempi:
-Al rientro da una malattia che supera i 60 gg quando il lavoratore resta in attesa di effettuare la visita medica di idoneità senza la quale non può rientrare al lavoro.
-Quando, a vario titolo, al lavoratore viene comunicato che non può tornare nel suo precedente posto di lavoro e resta in attesa di nuova collocazione o quando la nuova collocazione non è ancora attiva.
E in generale in tutti quei casi in cui il lavoratore “mette a disposizione dell’azienda le sue energie lavorative” e resta in attesa di disposizioni aziendali che non arrivano. Infatti è esclusiva competenza del datore di lavoro decidere e comunicare al dipendente luogo, orario di lavoro e quali mansioni/ruolo svolgere.
Su questo tema, con il sostegno dei legali della Cub Sanità Italiana, è stata vinta da una collega una causa presso il tribunale ordinario di Savona e anche presso la corte d’appello di Genova.
“A fronte di tali risultanze è accertato, come condivisibilmente ritenuto dal giudice di primo grado, che la mancata prestazione dell’attività lavorativa, nei giorni precedenti la visita medica di idoneità, non può imputarsi ad una condotta inadempiente dell’appellata bensì alle difficoltà organizzative dell’Azienda. Secondo la giurisprudenza consolidata in tema di eccezione di inadempimento ex art. 1460 c.c., cui va ricondotta l’annotazione a debito orario delle predette giornate di cui si controverte, la valutazione necessariamente comparativa dei rispettivi comportamenti delle parti deve essere effettuata alla stregua dei principi di buona fede e proporzionalità nell’esecuzione del contratto (cfr. da ultimo Cass. 20508/2024, Cass. 10227/2023).”
Ora, grazie ai lavoratori del collettivo CUB, tutti potranno avvalersi liberamente del principio sopraindicato limitandosi a non aderire alla richiesta aziendale, da chiunque (uffici
amministrativi/coordinatori/ecc.) e in qualsiasi forma (verbale o scritta) provenga, di coprire periodi di “attesa” dovuta all’organizzazione aziendale con istituti a carico del lavoratore e chiedendo che il debito orario generatosi venga ripianato dall’azienda, avvalendosi se necessario del nostro supporto.
Quando in discussione ci sono i diritti delle persone e dei lavoratori non basta “avere ragione”, ci vogliono anche il coraggio e la forza di rivendicarli.
La CUB in ogni settore accompagna i lavoratori in un percorso di crescita e di consapevolezza dei propri diritti e li sostiene nell’organizzazione di un collettivo capace di decidere le proprie battaglie e portarle a termine.
Nella provincia di Savona i colleghi della Cub Sanità Italiana hanno deciso di iniziare proprio dai diritti base come la corretta fruizione delle ferie e dei permessi e questo, tramite i propri rappresentanti in RSU, ha prodotto un primo immediato risultato sulle modalità di gestione dell’istituto delle ferie nella prassi aziendale che ha trovato conferma nel regolamento dell’orario di lavoro che sta per essere promulgato.
Questi risultati sono l’ennesima dimostrazione che lottare paga!
Per questo ti chiediamo l’adesione allo SCIOPERO DELL’INTERA GIORNATA DEL 29 NOVEMBRE 2024 e di partecipare al PRESIDIO che ci sarà in piazza Saffi a Savona dalle 10,00 alle 12,00.
Di seguito gli obiettivi contro le politiche di austerity del governo Meloni:
Fermare la Guerra e l’Economia di Guerra.
Aumentare salari e pensioni.
Respingere i Tagli alla Sanità, Scuola e Trasporti.
Garantire salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Impedire lo Scippo del TFR.
Contrastare le privatizzazioni.
Difendere il diritto di manifestare e scioperare.
Vietare le discriminazioni di genere.
Rilanciare l’edilizia popolare.
Favorire le libertà sindacali nei luoghi di lavoro.
Difendere l’ambiente e l’integrità dei territori.
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