La contestata proposta di legge per l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni è ora al vaglio della commissione all’Assemblea nazionale e la premier Elisabeth Borne ha dichiarato che la riforma del sistema previdenziale “non è più negoziabile”. In molti però non condividono le posizioni assunte del presidente Emmanuel Macron, che già nel 2019 aveva avanzato una proposta di modifica in ambito pensionistico. Martedì 31 gennaio è quindi ripresa con forza la mobilitazione con centinaia di manifestazioni in tutto il Paese che hanno portato in piazza centinaia di migliaia di persone, come già il 19 gennaio scorso
La legge, approdata lunedì 3° gennaio in Assemblée Nationale, sta suscitando un dibattito molto acceso con la sinistra e l’estrema destra decisamente contrarie alla riforma e il sindacato dichiara che la partecipazione è in aumento rispetto al primo appuntamento del 19 gennaio. Secondo Cgt-Confederation Generale du Travaille, solo a Parigi nella giornata di ieri erano 500mila i manifestanti, contro i 400mila del 19 scorso, in cui i cortei nelle circa 200 città in tutta la Francia avevano visto in marcia tra 1 e 2 milioni di persone. A Marsiglia hanno sfilato 40.000 persone, in aumento rispetto alle 26.000 che parteciparono alla prima giornata di protesta il 19 gennaio. Nel pubblico impiego ad aderire allo sciopero è stato un lavoratore su 5, secondo le cifre del governo, facendo registrare un calo rispetto al 28% di giovedì 19. In netto calo, stando alle cifre ufficiali, anche gli aderenti allo sciopero tra i ferrovieri, passati dal 46,3% al 36,5%.
Ed è proprio sui numeri che si rileva una grande discrepanza tra i dati forniti dalla polizia, che parla di 87mila persone, e quanto dichiarato dal sindacato che invece rilancia il successo delle manifestazioni che avrebbero visto ben 2,8 milioni di francesi in piazza. Intanto dopo il successo dei primi due appuntamenti nazionali, l’intersindacale francese ha già proclamato altri due giorni di sciopero per martedì 7 e sabato 11 febbraio, vista anche la richiesta di dichiarare una giornata di mobilitazione durante il fine settimana per consentire una partecipazione ancora superiore.
Certo resta il fatto che la tensione nelle varie città è stata molto alta e durante lo svolgersi dei presidi e dei cortei gli 11.000 tra gendarmi e poliziotti schierati dal Ministro dell’Interno nel Paese hanno fatto uso di gas lacrimogeni.
I settori più coinvolti dallo sciopero generale
I più colpiti sono i trasporti pubblici, la scuola, la sanità e molto alta è anche la partecipazione dei lavoratori di raffinerie e centrali elettriche. Air France aveva infatti già preannunciato l’annullamento di un volo su dieci, escludendo però ricadute sui collegamenti di lungo raggio. La confederazione sindacale di lavoratori CGT, da parte sua, aveva annunciato tra il 75 e il 100% di scioperanti nelle raffinerie e nei distributori della TotalEnergies mentre la EDF-Électricité de France, principale produttore e distributore di energia francese, ha parlato di un’adesione allo sciopero di poco più del 40 per cento dei suoi dipendenti (il 19 gennaio erano stati il 44,5%).
Cosa prevede la proposta di Riforma del sistema pensionistico francese
La bozza di legge approdata lunedì in commissione Affari Sociali dell’Assemblea Nazionale sarà analizzata nel dettaglio dai circa sessanta parlamentari chiamati a vagliare articolo per articolo quanto contenuto nella Riforma, contro cui l’opposizione è già sulle barricate. Il punto più contestato, anche dai manifestanti, è l’innalzamento di due anni dell’età per ritirarsi dal lavoro, dai 62 attuali arriverebbe infatti a 64 e il presidente Macron non ha perso tempo a ribadire le parole della premier Bourne, ritenendo la modifica della legislazione in materia “indispensabile, quando la si paragona al resto d’Europa e se si vuole salvare il nostro sistema per ripartizione” e la Bourne rilancia, dichiarando che “la maggioranza sarà unità e che con questa riforma ci battiamo per salvare il sistema per ripartizione. Ci battiamo per il nostro modello sociale. Allora, non dubito un secondo che la maggioranza resterà unita”. La maggioranza “ha sempre fatto quadrato dietro al presidente della Repubblica e al suo progetto”, ha poi dichiarato, richiamando i parlamentari favorevoli all’unità dopo che sono emersi i primi dubbi anche nella maggioranza.
Solidarietà della Cub alle iniziative di sciopero in Francia e in U.K.
La Confederazione Unitaria di Base, come preannunciato nell’incontro parigino del 22 e 23 gennaio scorso con altri sindacati di base e conflittuali, ha sostenuto e sosterrà le lotte in corso in Francia e nella giornata di ieri a Napoli una delegazione Cub era in presidio davanti al Consolato francese mentre oggi, 1 febbraio, un secondo presidio è stato organizzato davanti al Consolato britannico, per solidarizzare con i lavoratori che in Gran Bretagna sono mobilitati dal giugno scorso contro le politiche di austerità e il costo della vita e che oggi hanno lanciato un appello per il diritto di sciopero.
(Ph., Autore: Alan Jocard. Ringraziamenti: AFP)