A distanza di un anno dalla manifestazione studentesca conclusasi con le cariche contro gli studenti medi, sabato 22 febbraio si è tenuta una giornata di mobilitazione con due cortei, uno al mattino e uno al pomeriggio
La Cub aveva deciso di aderire a scatola chiusa, le dispute sui contenuti delle piattaforme servono a poco, nella frammentazione oggi esistente la lettura della realtà è diversa, si utilizzano pratiche e concetti diversi ma alla fine si perde di vista l’obiettivo. E pur conoscendo le difficoltà che avremmo trovato nel convincere la forza lavoro alla partecipazione abbiamo chiesto ai lavoratori e alle lavoratrici di non girarsi dall’altra parte.
La città è lontana anni luce dalla mobilitazione e dalla solidarietà espressa un anno or sono, ironia della sorte molti di quelli che scesero in piazza oggi erano a vedere il Pisa o a casa, comunque assenti.
Rispetto a un anno fa cosa è cambiato? Innanzitutto la paura seminata ad arte tra denunce e repressione ma anche il senso di impotenza verso processi decisionali che porteranno presto all’approvazione del ddl 1660 sul quale non si è mai costruita una mobilitazione seria in città tra divisioni delle forze politiche, sociali e sindacali e anche per quella spiccata autoreferenzialità che porta a singole letture sovrapponendo alla realtà dei fatti le proprie narrazioni, la visibilità di sigla o di area.
Ma questo ddl colpirà indistintamente tutti\e, dal terrorismo della parola alla criminalizzazione dei solidali, dalle lotte sindacali o della casa a quelle ambientali fino a quelle contro la guerra.
In un momento storico nel quali si parla di deportare la popolazione di Gaza qualche dubbio sulla sottovalutazione della realtà verrebbe spontaneo, stesso discorso vale per le lotte nei luoghi di lavoro o contro la repressione.
Rispetto a un anno fa la militarizzazione delle scuole e dell’università va avanti assai speditamente come dimostrano anche i post e gli articoli pubblicati sul sito dell’Osservatorio contro la militarizzazione.
Qualcosa non va nel nostro agire politico e sindacale ma non sarà la critica senza costrutto o senza offrire alternative a rappresentare la soluzione, per questo era importante scendere in piazza un anno dopo i fatti di Piazza dei Cavalieri.
La nostra città dovrà confrontarsi ancora sui fatti di un anno fa, sulla zona rossa alla stazione, sulle centinaia di appartamenti murati nello stesso quartiere, sulle associazioni migranti scomparse o relegate ad attività di sportello, sulle lotte contro la precarietà troppo deboli e sull’agire di una Giunta comunale che oggi sembra avere il vento in poppa senza alcuna opposizione in città.
Sindacato di Base Cub Pisa