Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

V ASSEMBLEA NAZIONALE: prospettive future

I delegati della Confederazione Unitaria di base che interverranno al congresso nazionale di inizio marzo a Chianciano saranno chiamati a definire, pianificare e tradurre in prospettive di azione concreta il percorso che la Cub intenderà intraprendere nei prossimi mesi e anni. Ci troviamo in un momento storico particolarmente difficile per le classi lavoratrici e in generale per la popolazione, per le condizioni di lavoro sempre più precarie e i salari che stentano a tenere il passo con l’aumento del costo della vita, condizioni rese ancora più difficili dallo stato di crisi permanente che, non da oggi, attanaglia la vita di milioni di persone in Italia e nel mondo. Ultima la guerra in Ucraina, le cui ricadute sull’economia reale degli Stati e delle persone è di giorno in giorno più evidente. Comprendere e far comprendere quanto gli avvenimenti e le decisioni che sembrano lontani dal nostro quotidiano, e sfuggono al nostro controllo, siano alla base della realtà economica in cui la maggior parte delle famiglie si dibatte dovrebbe essere il primo passo per giungere alla definizione degli obiettivi e delle strategie che un sindacato di base, conflittuale e di lotta dovrebbe porsi rispetto alla volontà di modificare le condizioni dell’esistente

In quest’ottica di analisi, comprensione e concrete proposte d’azione, il congresso della Cub affronterà quelle che sono le principali emergenze sociali che coinvolgono il mondo del lavoro e le condizioni dei lavoratori, sforzandosi di non perdere di vista e mantenere sullo stesso piano le situazioni particolari rispetto al quadro generale in cui ci troviamo a livello nazionale, europeo e globale.

La guerra e l’economia di guerra
Il conflitto che insanguina l’Ucraina, uno scontro che origina ben prima dello scoppio ufficiale delle ostilità conseguenti all’invasione operata dalla Federazione Russa nel febbraio 2022, ha prodotto e continua a produrre morti, feriti e disperazione ai confini orientali dell’Europa, portando anche all’impoverimento, a volte repentino, intere classi sociali del ricco Occidente. Il costo dell’energia è schizzato a livelli record, provocando la crisi, a volte fino alla chiusura, di aziende e intere filiere produttive e ha condizionato l’economia di milioni di famiglie che si sono ritrovate a dover scegliere tra il soddisfacimento di bisogni primari come il cibo, la casa, il vestiario. Riempire il carrello della spesa comporta un esborso del 20/30% in più rispetto a solo poco tempo addietro; si stima poi che tuttora, nonostante i tardivi interventi del Governo, ogni famiglia in media spenda 600 euro in più all’anno per riscaldarsi. Tutto questo in un paese come l’Italia dove già da vent’anni gli stipendi non crescono, ultimo tra tutti i Paesi Ocse con le paghe reali più basse d’Europa in proporzione al costo della vita. Per questo la Cub chiede la reintroduzione della scala mobile, quale strumento di incremento automatico dei salari rispetto all’inflazione, in contrapposizione alle ricette dei grandi economisti e alle dichiarazioni che provengono dalle banche centrali secondo cui una misura come questa oggi non sarebbe sostenibile.

Lavorare per la pace
La guerra è morte e distruzione e l’economia di guerra è impoverimento generalizzato. Per questo la Cub riafferma la necessità di adoperarsi per la ricerca della pace, anche in base al dettato costituzionale che all’articolo 11 a chiare lettere afferma che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”
L’Italia, nel solo 2022, ha finanziato con oltre 160 miliardi di euro il conflitto in Ucraina, fondi che avrebbero dovuto e dovrebbero invece essere impiegati altrimenti, a partire dal sistema di welfare sempre più carente – scuola e sanità pubbliche in primis – sostegno al trasporto pubblico locale, salario minimo per coloro che si trovano ai margini del mercato del lavoro e reddito di cittadinanza per coloro che ne sono stati espulsi, in una parola per il benessere della collettività e il sostegno al lavoro reale e non per foraggiare le industrie di armamenti. Evitare disastri peggiori di quelli già sotto gli occhi di tutti e non correre il rischio di un terzo conflitto mondiale è una delle battaglie che un sindacato come la Cub dovrebbe avere tra le sue priorità.

Stop alla precarietà
Il drastico aumento della povertà, non solo conseguente alla perdita del lavoro, è trasversale alle diverse classi sociali; le code che si allungano davanti a presidi come quelli di ‘Pane quotidiano’ o della Caritas, solo per citarne alcuni, sono ormai una realtà comune a molte città in Italia e a ingrossare le fila di coloro che hanno bisogno di un pasto caldo o di vestiti si trovano sempre più italiani che magari un lavoro lo hanno anche conservato ma non sono più in grado di fare fronte a tutte le spese per mantenere la famiglia, la casa, il pagamento delle bollette … Le ultime stime descrivono un mondo del lavoro sempre più frammentato, non si parla più di coscienza di classe e anche i luoghi del lavoro e della produzione sono concetti sempre più evanescenti. I precari in Italia sono poco meno di 5 milioni e i loro salari spesso li pongono sotto quella che è definita come la soglia di povertà, per non parlare dello sfruttamento a cui sono sottoposti e alla progressiva erosione di diritti conquistati nei decenni precedenti.
La Cub, che è un sindacato di lotta e di mobilitazione, dovrà porsi il problema di come affrontare questa, ormai non più nuova, realtà; come organizzare queste nuove tipologie di lavoratori e fornire loro gli strumenti per organizzarsi e strutturarsi, per iniziare a lottare per i propri diritti negati.
Servono strutture adeguate, persone che conoscano il multiforme mondo del lavoro di oggi e i problemi che lo caratterizzano, che sappiano entrare nello specifico e si pongano come argine e alternativa a tutto questo.

Leggi il programma dei lavori congressuali

CUB © 2022. Tutti i diritti riservati.