Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

Sciopero generale, com’è andata

Venerdì 20 ottobre si sono tenuti presidi e cortei in diverse città d’Italia, organizzati dai sindacati di base – Cub, SGB, Si Cobas, Usi cit, Adl Varese – per manifestare il dissenso verso l’attuale gestione economica e politica del Governo, per chiedere interventi a favore dei lavoratori contro il caro vita che sta strangolando milioni di famiglie, contro le spese destinata alla guerra e agli armamenti, per ottenere rispetto e dignità sui posti di lavoro, con il rinnovo di contratti nazionali – si veda quello dell’handling aeroportuale scaduto da sette anni – nonché del rispetto della rappresentanza sindacale, dando voce anche ai sindacati di base, spesso esclusi dalle trattative seppur con numerosi aderenti all’interno di aziende e stabilimenti

I maggiori disagi si sono registrati nel settore dei trasporti, in quello aereo, con numerosi voli cancellati negli aereoporti di Malpensa e Fiumicino, e nel trasporto pubblico locale. Nel complesso quindi – commentano dalla segreteria nazionale Cub Trasporti – la riuscita dello Sciopero Generale Nazionale del sindacalismo di base è stata eccellente: “La notevole adesione dei lavoratori alla giornata di sciopero generale nazionale indetta ieri da Adl, Cub, Sgb, SI Cobas e Usi-Cit contro guerra e carovita e per forti aumenti salariali, è stata riconosciuta in queste ore – venerdì 20 ottobre – perfino dalla stampa e dai media filogovernativi.” (articolo del Corriere della Sera, venerdì 20 ottobre)

Alte percentuali di adesione sono state registrate in quasi tutti i comparti-chiave del settore pubblico e privato: trasporto aereo (circa il 60%) e ferroviario, TPL, trasporto merci e logistica (con picchi del 100% al centronord), scuole e asili nido comunali (100% a Bologna), porti, grande distribuzione, fabbriche metalmeccaniche (su tutte Ducati, Marcegaglia e aziende in appalto), cooperative sociali, sanità.
Altrettanto alta la partecipazione dei lavoratori alle iniziative messe in campo fuori ai luoghi di lavoro e sui territori. Convinta anche la solidarietà espressa dai lavoratori in molte città con il popolo palestinese, vittima della brutale aggressione israeliana in corso in queste ore nella striscia di Gaza.
Ciò è la dimostrazione che la scelta di proclamare uno sciopero fosse giusta e sacrosanta: sui luoghi di lavoro, dove spesso e volentieri si fatica ad arrivare anche alla metà del mese, il malcontento è sempre più crescente ed è percepibile ad occhio nudo una disponibilità alla lotta e al protagonismo dal basso. Le politiche guerrafondaie e la macelleria sociale del governo richiedevano una risposta immediata che rompesse il clima di pace sociale e di stasi imposta dai sindacati confederali e che andasse ben oltre le innocue passeggiate di Landini&co.
“Nelle prossime settimane – conclude il comunicato di Cub Trasporti – lavoreremo per far sì che la riuscita dello sciopero porti allo sviluppo e al consolidamento delle mobilitazioni dei lavoratori: ciò già a partire dalle manifestazioni di piazza di domani – sabato 21 ottobre – che si terranno in tutta Italia contro la guerra, le spese militari e in solidarietà con la resistenza palestinese, a cui diamo il nostro convinto sostegno.”

Presidi, manifestazioni e proteste

Ikea di Carugate (MI)
Un centinaio di lavoratori e lavoratrici hanno manifestato presso la sede Ikea di Carugate, alle porte di Milano, una multinazionale con cui Flaica Cub ha tra l’altro in corso una vertenza sul rispetto della rappresentanza sindacale e per la democrazia in tutti i luoghi di lavoro.
I lavoratori in presidio sotto la sede legale di IKEA hanno sfilato in corteo, bloccando il traffico della tangenziale, per poi entrare dentro il negozio IKEA, occupandone l’atrio, dal momento che l’azienda aveva chiesto alla forza pubblica di impedire lo svolgimento del corteo interno.

Al centro della mobilitazione in occasione dello sciopero generale di venerdì, la protesta contro la precarizzazione del lavoro, gli appalti al ribasso, i contratti collettivi incostituzionali, per rivendicare salario e democrazia nei luoghi di lavoro. Al corteo e al presidio di Carugate hanno preso parte portando la loro solidarietà anche lavoratori della Pirelli e del polo ospedaliero S. Raffaele.


Ospedale San Gerardo di Monza (MB)

Un altro dei presidi dei sindacati di base svoltosi venerdì 20 ottobre è stato quello davanti all’ospedale San Gerardo di Monza, organizzato da Cub Sanità che nello specifico ha rivendicato il diritto alla salute e la difesa del servizio sanitario pubblico, ugualitario e universalistico, chiedendo lo sblocco delle graduatorie e assunzioni adeguate di personale sanitario, a tempo indeterminato;
un corposo aumento di investimenti e finanziamenti pubblici nel SSN e la fine dei finanziamenti a sanità privata, welfare aziendale, assicurazioni e fondi di assistenza sanitaria, che sottraggono risorse vitali al welfare e al mondo del lavoro; il potenziamento di presidi sanitari ospedalieri e territoriali e la riapertura dei consultori.

Video del presidio davanti all’ospedale San Gerardo di Monza

Torino: presidio Cub Sanità davanti al palazzo della Regione Piemonte
Venerdì 20 ottobre, in occasione dello sciopero del sindacalismo di base, oltre al presidio presso la sede Ikea di Collegno, si è svolta una manifestazione di lavoratrici delle RSA e del sociale davanti al Palazzo della Regione. L’occasione è stata l’importante vertenza delle lavoratrici delle Case di Riposo Villa Primule, Il Porto, Itaca, Calvino, De Amicis e Soldati, assorbite o in via di assorbimento da parte della multinazionale francese “Colisee”, specializzata nelle RSA. Si tratta di circa 500 OSS, Infermiere e Ausiliarie, di cui circa 150 iscritte alla CUB Sanità.
“Colisee – spiega Alessandro Zanetti della Cub sanità Torino – vorrebbe applicare a questo personale un contratto peggiorativo (ANASTE) che taglia giorni di permesso e soprattutto penalizza pesantemente il trattamento di malattia (azzerando il pagamento dei primi giorni dopo i primi eventi e riducendo l’integrazione aziendale). CGIL-CISL-UIL si oppongono a questo nuovo ccnl, che però contiene regole che loro stessi hanno sottoscritto in altri contratti (es. nel Commercio). A loro è sufficiente applicare un contratto che hanno firmato. Come CUB Sanità ci opponiamo sia ai contratti pirata che ai contratti miseri (anche se firmati dalla “triplice”). Abbiamo avanzato una piattaforma MIGLIORATIVA: più soldi in busta paga, più riposi, turni umanizzati, più personale di assistenza agli anziani.

Le lavoratici sono d’accordo su questa strada, ma ovviamente la multinazionale, no!
Le trattative si sono interrotte perché ci vorrebbero prendere in giro con un ‘due tempi’: prima noi accettiamo il loro contratto e poi si tratterà sulle nostre richieste…Ma anche no!
Per questo venerdì 20 ottobre abbiamo manifestato sotto il palazzo della Regione Piemonte. Per vincere questa vertenza con un vero sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici, che sia di esempio per tutto quel personale delle nuove fabbriche RSA che soffrono sia per lo sfruttamento che per l’iniquità di tanti trattamenti riservati agli anziani.”

Link al video girato in occasione del presidio di Torino, a cui hanno aderito numerosi lavoratori e lavoratrici del settore sanitario, in particolare delle Rsa: https://fb.watch/nRUJQA0B6U/

A Venezia bloccato il TPL
“Le richieste dei lavoratori – spiega Piero Antonini della Cub Trasporti Venezia – sono per l’adeguamento dei salari, che non tengono il passo con il costo della vita, l’inflazione e il rincaro del costo dell’energia che si scarica sui bilanci famigliari, e altrettanto delle pensioni. Per questo Cub Trasporti Venezia oggi protesta oltre che contro la guerra e i suoi effetti sull’economia reale, di cui fanno le spese quotidianamente milioni di famiglie, anche per le problematiche aziendali del Tpl, tra cui in primis la sicurezza nello svolgimento delle proprie mansioni a bordo dei mezzi e il fatto che l’Azienda pubblica locale ha disdettato tutti gli accordi di secondo livello e ai lavoratori non è garantita alcuna certezza sulla turnistica. Segnaliamo inoltre che tra pochi mesi, nel gennaio 2024, si dovrebbe ritrattare il rinnovo contrattuale, che al momento vede i lavoratori privi sia dei buoni pasto che delle diarie.”

Link al servizio del Tg3Rai – Veneto

A Savona i manifestanti ricevuti in Prefettura

Pubblichiamo la lettera a firma Cub Savona, consegnata alla Prefettura di Savona, nel giorno dello sciopero generale in cui delegati dei sindacati di base sono stati ricevuti dal Prefetto:
“In occasione dello Sciopero proclamato nella giornata odierna da diverse delle Organizzazioni Sindacali di Base la scrivente Confederazione Unitaria di Base CUB ha chiesto di essere ricevuta dalla S.V. per rappresentare i temi urgentissimi che lavoratrici e lavoratori della provincia di Savona, nella quale Lei esercita le funzioni periferiche dello Stato, hanno inteso esprimere con l’astensione dal lavoro e con il presidio indetto anche se successivamente sospeso per rispettare le criticità dell’allerta meteorologica. In primo luogo vogliamo rappresentarle la situazione di precarietà e relativa indigenza nella quale versano molti cittadini-lavoratori ancora privi delle tutele di un lavoro stabile e sicuro e di una corrispondente adeguata retribuzione. Questa precarietà, legata ad una normativa più attenta alle esigenze di profitto che non ai diritti delle persone, fa sì che in una situazione di crisi produttiva alcuni paghino un prezzo esagerato, e ci riferiamo appunto a coloro che non avendo garanzia di durata del rapporto di lavoro e del relativo compenso diventano di fatto privi di qualsiasi tutela, per quanto prevista sulla carta, poiché facilmente ricattabili. Prova ne sono l’elevato numero di infortuni quotidiani, purtroppo anche mortali, anche a fronte di una riduzione delle ore complessivamente lavorate. L’inflazione crescente e la perdita di potere d’acquisto rendono poi difficili e a volte impossibili non solo spese voluttuarie ma anche quelle verso beni di prima necessità, compreso l’affitto di alloggi, l’acquisizione di alimentari in misura adeguata, la dotazione ai propri figli di libri e strumenti indispensabili per lo studio e le attività sportive.
La medesima situazione si verifica anche per quanto riguarda la tutela della salute ed i servizi sociali e sanitari nei quali le lunghissime liste di attesa, spesso illegittimamente bloccate, privano molti della reale possibilità di ottenere adeguata prevenzione o cure tempestive. (segue)

L’iniziativa di Savona ripresa dai giornali locali venerdì 20, sul sito IVG.it e Savonanews.it

Pisa: in migliaia in piazza contro la guerra, sabato 21 ottobre
Fermare l’escalation, la parola d’ordine per la manifestazione di sabato 21 Ottobre a San Piero dove sorgerà parte della nuova base militare per il Tuscania dislocandosi sul territorio dei Comuni di Pisa e Pontedera.
Non siamo stati a vedere la piattaforma di convocazione dei vari cortei di questa giornata (Vicenza, Ghedi, Pisa, Palermo le principali mobilitazioni) era importante esserci, nonostante la pioggia incessante, con le nostre posizioni e convinti che una risposta alla guerra fosse\sia necessaria, anzi doverosa. Non vogliamo essere complici o spettatori passivi dinanzi alla militarizzazione dei territori, alla cultura della guerra che investe ogni ambito sociale, dalle scuole all’università o tacere perfino sulle presunte opere di compensazione (sono anni che si rinvia la bonifica dell’area Cresam come il recupero dei monumenti a Coltano).

Ma siamo ancora più convinti sulla necessità di una risposta alla narrazione che vorrebbe trasmettere l’ineluttabilità della guerra, l’idea della costante minaccia alla nostra sicurezza da parte del terrorismo internazionale fino a prevedere onerosi corsi, addestramenti e piani di evacuazione delle scuole. Dopo anni di giacenza in Parlamento potrebbe presto essere approvata la proposta di legge della Lega (DDL 1710 (senato.it) che prevede piani di addestramento per l’evacuazione delle scuole italiane in caso di attacco terroristico, eppure le scuole avrebbero bisogno, con urgenza, di ben altro: aule, laboratori, palestre, fondi per gite di istruzione.
I mesi che ci attendono sono particolarmente gravosi, dopo l’atto di indirizzo del Ministero della Difesa (Atto di indirizzo per l’avvio del ciclo integrato di programmazione della performance e di formazione del bilancio di previsione per l’E.F. 2024 e la programmazione pluriennale 2025-2026 (difesa.it)) partiranno aumenti delle spese militari, processi di militarizzazione dei territori, il rafforzarsi di culture di guerra. Siamo davanti a scenari nei quali il militarismo sarà presente ovunque, disposto a presentarsi come difensore dell’ambiente e delle energie rinnovabili, a tutela della nostra sicurezza nazionale e internazionale, in stretta relazione con il mondo scolastico, la ricerca pubblica e perfino la protezione civile. I nostri territori attendono da anni bonifiche rinviate senza alcun rispetto per le popolazioni che rivendicano ambienti sani e la tutela della nostra salute, le varie realtà che fanno parte di Valdera Avvelenata. I lavoratori e le lavoratrici muoiono o si ammalano ogni giorno sul lavoro ma non intravediamo alcun investimento per porre fine a questa strage. Al contrario i soldi si trovano per altri capitoli di bilancio, per la ricerca a fini militari, per costruire nuovi sistemi di arma. Stanno perfino pensando a misure salariali, contrattuali e previdenziali ad hoc per le forze armate, ne parla l’Atto di indirizzo della Difesa di cui fin troppi ignorano perfino la esistenza. Ecco le ragioni per le quali la Cub Toscana era presente a San Piero a Grado, vicino ai palestinesi nel corteo e a quanti lottano per R-esistere, ricordando che un secolo e passa fa furono proprio i sindacati a scioperare e mobilitarsi contro le guerre.”

Le altre iniziative, di cui riportiamo i link agli articoli già pubblicati: il corteo davanti alla base Nato di Gricignano di Aversa (CE) venerdì 20 ottobre; il presidio contro la guerra e le basi nato, svoltosi a Vicenza sabato 21 ottobre; lo sciopero dei lavoratori della Scala di Milano; il presidio alla Prefettura di Genova e quello al polo ospedaliero di Careggi a Firenze, venerdì 20;

Per ascoltare direttamente la voce dei partecipanti alle diverse iniziative, vai ai video del tg Cub nazionale:

Sciopero Generale: le ragioni del conflitto;

Sciopero Generale – c’è un’Italia che si ribella;

LEGGI LA RASSEGNA STAMPA DI VENERDì 20 OTTOBRE 2023

CUB © 2022. Tutti i diritti riservati.