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Giù le armi, su i salari !

Sciopero generale dei sindacati di base e conflittuali, 2 dicembre 2022

A fronte del forte peggioramento delle condizioni economiche che ha portato a un aumento generalizzato dei prezzi di tutti i beni di prima necessità e delle bollette di luce e gas, i sostegni messi in campo dal precedente governo si sono rivelati assolutamente insufficienti, come la linea di intervento preannunciata dalla neo eletta presidente del Consiglio, che si muove nella stessa direzione

È un dato di fatto che i salari del nostro Paese, unico tra quelli OCSE, sono più bassi rispetto a quelli di 30 anni fa, a questo si aggiunge l’esplodere di un’inflazione prossima alle due cifre, che sta spingendo milioni di persone sotto la soglia di povertà.

L’assenza di interventi seri per sostenere il reddito e i consumi dei lavoratori, dei pensionati e dei disoccupati e la volontà di destinare la gran parte delle risorse a disposizione esclusivamente al sostegno alle grandi imprese, e a un clamoroso incremento della spesa militare, NON SONO PIÙ SOPPORTABILI.

Con lo scoppio della guerra in Ucraina e la scelta del Governo italiano di parteciparvi, a dispetto dei vincoli della Costituzione italiana e in assenza di un intervento per favorire la pace, le aspettative che circolavano attorno alla ripresa economica e alla conversione ecologica sostenuta dal PNRR sono svanite nel nulla.

È ormai chiaro che stiamo sprofondando in una drammatica recessione e che i progetti di fuoriuscita dal fossile sono rimandati sine die.

Di fronte a questa situazione drammatica ci vorrebbero interventi di redistribuzione delle risorse, finalizzati a colpire i grandi patrimoni accumulati negli ultimi decenni, per ridurre le disuguaglianze e favorire la difesa di larga parte della popolazione. Invece, le uniche proposte in campo alludono a una riduzione della tassazione dei più ricchi (flat tax) e al taglio del reddito di cittadinanza. Anche la proposta di taglio del cuneo fiscale, che concretamente significa far pagare allo Stato i salari che dovrebbero pagare le imprese (con una riduzione dei contributi pensionistici) è destinata a tradursi in una nuova riduzione dei servizi pubblici e nell’ennesima controriforma della Scuola e della Sanità pubbliche.

L’abbassamento generale delle condizioni di vita sembra essere considerato inevitabile da coloro che sono alla guida del Governo. Forse perché sta già pensando a un’ulteriore riduzione degli spazi di libertà e di democrazia? Mentre la speculazione impazza e si porta via più di 40 miliardi solo con gli extraprofitti sul gas, ci raccontano che non ci sono le risorse per difendere i nostri redditi. È ora di dire basta!

L’escalation bellica e l’incombente pericolo di utilizzo di armi tattiche nucleari ci devono spingere ad agire tutti insieme per una seria e neutrale iniziativa di pace internazionale.

Senza la pace sarà molto difficile poter uscire da una crisi economica di guerra che viene pagata, come sempre, dai ceti popolari e meno abbienti di tutta Europa.

Lo sciopero generale è l’arma fondamentale che hanno i lavoratori e le lavoratrici per contrastare le politiche economiche antipopolari e per fermare la guerra. In Italia è regolamentato da una legge liberticida che ne limita fortemente l’impatto. In altri Paesi, dalla Francia alla Spagna, alla Gran Bretagna, non è così e si vede. Eppure fermare il Paese può essere un segnale forte, soprattutto se questa assume la valenza di azione popolare che non si limita ai soli posti di lavoro ma si generalizza al territorio per rilanciare Scuola, Sanità, Servizi pubblici e Welfare.

Lo sciopero generale può funzionare però se diventa parte di un’azione diffusa, non sporadica ma sistematica, che serve a organizzare una resistenza popolare capillare e a dare sbocco alle campagne di lotta, a cominciare da quelle contro il carovita. Un’azione coordinata e condivisa, preparata con cura e per tempo.

Per contatti e adesioni: sciopero2dicembre@gmail.com

Scarica l’appello QUI  

Adesione sciopero generale dei Trasporti, 2-12-2022

ADL VARESE – CIB UNICOBAS – CONFEDERAZIONE COBAS – COBAS SARDEGNA – CUB – SGB – SICOBAS – USB – USI CIT

Unire le forze per fermare il Paese è il primo passo per invertire la rotta

 

Aderisci allo sciopero anche tu!

Giorni
Ore
Minuti
Secondi

la nostra posizione sulla guerra

Concentramento manifestazioni di venerdì 2 dicembre 2022

Roma
: Mef – Via XX settembre, ore 10

Milano: Via Pantano 9 (Assolombarda), ore 10

Torino: Piazza Carlo Felice (di fronte stazione Porta Nuova), ore 10

Genova: Largo Lanfranco (Prefettura), ore 10

La Spezia: Via Vittorio Veneto 2 (Prefettura), ore 10

Firenze: Fortezza da Basso-Piazzale Montelungo (lato stazione binario 16), ore 9:30

Napoli: Presidio Via Vespucci 15 (Loreto a Mare), ore 10

Sassari: Piazza Castello, ore 10

Trento: Piazza Dante, ore 9:30

Catania: Piazza Cavour, ore 9

Palermo: Tribunale di Palermo-Piazza Orlando, ore 9.30

Parma: Via Repubblica 39 (Prefettura), ore 10 

Reggio Emilia: Presidio davanti ospedale Santa Maria Nuova, ore 10

Bologna: Piazza XX settembre, ore 10

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